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Suprema Corte di Cassazione: i siti web sono responsabili per i commenti dei lettori, sia anonimi che non anonimi

Il gestore di un sito, anche non professionale, è responsabile dei commenti dei lettori, anche di quelli non anonimi, e rischia quindi una condanna per concorso in diffamazione. È quanto stabilito, per la prima volta, da una sentenza della Corte di Cassazione. Il caso riguarda un commento pubblicato nel 2009 su un sito Internet sul mondo del calcio e riguardante un noto dirigente della FIGC, che era stato pesantemente diffamato da un utente autonomo del sito web, che aveva altresì pubblicato un certificato penale di tale dirigente. La Suprema Corte ha ravvisato la responsablità anche del gestore del sito web ospitante i commenti incriminati perché il gestore doveva sapere dell'esistenza di quel commento, poiché il suo autore gli aveva mandato una mail contenente il certificato penale dell'interessato (il gestore invece affermava di aver saputo del commento diffamatorio solo quando la polizia gli aveva notificato il sequestro del sito web)..

La sentenza della Suprema Corte ribalta una giurisprudenza di segno contrario fino ad ora abbastanza univoca (ad esempio la Corte Europea dei Diritti Umani ritiene non responsabili i gestori anche per i commenti anonimi). La Corte di Cassazione ha per la prima volta affrontato il merito della questione della responsabilità dei gestori di siti web (su cui però  va ricordato che il decreto 70/2003 è chiaro nell'escludere a loro carico un obbligo generale di sorveglianza sui contenuti ospitati, collegando responsabilità civili e penali solo alla mancata rimozione di contenuti illeciti a seguito di un ordine amministrativo o giudiziario) 
aprendo un  nuovo fronte giuridico nel fondamento dalla responsabilità dei gestori di siti per commenti e contenuti postati da terzi attraverso le piattaforme offerte.
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