INFORMATION TECHNOLOGY
Consiglio di Stato: non è "pubblica" una foto pubblicata su social network in profilo accessibile solo a conoscenti.
Consiglio di Stato Sentenza, Sez. III, 21/02/2014, n. 848
La sentenza in questione – che ha per altro verso dichiarato illegittimo il provvedimento sanzionatorio di sospensione dal servizio per un mese adottato nei confronti di un agente di polizia che aveva pubblicato su un social network (in area ad accesso riservato) alcune foto che lo ritraevano in abbigliamenti femminili – ha preso in esame anche un interessante profilo e cioè se possa ritenersi “pubblica” la foto inserita nel profilo di un social-network, non immediatamente visibile a chiunque, ma accessibile tramite alcune specifiche operazioni e, in particolare, se lo sia la foto accessibile solo tramite autorizzazione del titolare del profilo. Il Consiglio di Stato chiarisce che contro il carattere “pubblico” della foto depone il fatto che l’accesso al profilo personale dell’agente risultava possibile solo a chi conosceva lo username dell’interessato, il quale funzionava da filtro per l’accesso, e non era quindi indiscriminatamente visitabile da chiunque, ma rivolto essenzialmente a “conoscenti”, che avessero appunto la “chiave” di accesso (lo username).
La sentenza in questione – che ha per altro verso dichiarato illegittimo il provvedimento sanzionatorio di sospensione dal servizio per un mese adottato nei confronti di un agente di polizia che aveva pubblicato su un social network (in area ad accesso riservato) alcune foto che lo ritraevano in abbigliamenti femminili – ha preso in esame anche un interessante profilo e cioè se possa ritenersi “pubblica” la foto inserita nel profilo di un social-network, non immediatamente visibile a chiunque, ma accessibile tramite alcune specifiche operazioni e, in particolare, se lo sia la foto accessibile solo tramite autorizzazione del titolare del profilo. Il Consiglio di Stato chiarisce che contro il carattere “pubblico” della foto depone il fatto che l’accesso al profilo personale dell’agente risultava possibile solo a chi conosceva lo username dell’interessato, il quale funzionava da filtro per l’accesso, e non era quindi indiscriminatamente visitabile da chiunque, ma rivolto essenzialmente a “conoscenti”, che avessero appunto la “chiave” di accesso (lo username).
