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Unilibro reports Google for its algorithms.

Una anomalia penalizzerebbe da anni Unilibro e la sua attività di e-commerce, attribuendo al sito una scarsa visibilità fra i risultati di ricerca. La libreria si sta confrontando con Google in tribunale.

Gli algoritmi di Google starebbero penalizzando le attività di Unilibro, sito dedicato alla commercializzazione di testi in particolare afferenti al mercato dell'editoria scolastica e universitaria: l'azienda sospetta che la responsabilità risieda nel malfunzionamento degli algoritmi del motore di Mountain View.  Ha così denunciato un'anomalia che la metterebbe in una posizione di svantaggio rispetto alla concorrenza.

Unilibro, nel comunicato con cui rende noto di aver depositato un ricorso cautelare per chiedere un provvedimento d'urgenza nei confronti di Google, vanta origini lontane nella storia dell'ecommerce italiano, dal 1999 a servizio dei consumatori di libri. L'azienda ripercorre le propria crescita, fino al 2010, quando ha riscontrato le prime sensibili contrazioni nell'utenza, nonostante le tendenze generali premiassero gli acquisti online. Unilibro spiega che in principio si era attribuito il calo a motivazioni SEO: per questo aveva sguinzagliato tecnici ed esperti nella speranza di un rilancio, che non si è di fatto concretizzato.

I migliori esperti SEO reclutati dall'azienda, però, si sono convinti che i problemi potessero risiedere in Google. I test effettuati hanno immediatamente evidenziato che qualcosa negli algoritmi di Google probabilmente si comportava in modo anomalo: ad esempio, le chiavi di ricerca composte dalla parola "Unilibro" associata al titolo di un testo mostravano ai primi posti le pagine di un'altra libreria online. I rappresentanti di Unilibro spiegano che l'anomalia coinvolgeva la concorrente IBS.it, e investiva anche i suggerimenti forniti da Google per velocizzare le ricerche degli utenti, a cui veniva proposta la keyword "IBS" anche alla digitazione esplicita di "Unilibro".

Il sospetto dei tecnici e dei legali di Unilibro si concentra su un errore che si sarebbe verificato in seno all'algoritmo di Google, che per qualche ragione avrebbe considerato Unilibro assimilata a un'altra libreria online, la quale, a sua insaputa sarebbe stata nettamente avvantaggiata sulle ricerche organiche rispetto a Unilibro. Questo conflitto con i link a IBS appare ora risolto ma permangono dei problemi relativi a risultati omessi, poiché ritenuti poco rilevanti o duplicati: le percentuali di omissioni dalle pagine di Google, a parità di titoli ricercati, arrivano oggi al 50% circa, mentre per alcuni siti del settore si fermano attorno al 15%.

Unilibro rende noto di essersi messa in contatto con Google, senza risolvere alcunché: si è dunque rivolta al Tribunale Civile di Bologna per avviare un procedimento che, dopo 11 mesi, sta per concludersi con una perizia ordinata dal giudice che verrà depositata nel prossimo mese di gennaio.

Google si è invece espressa echeggiando quanto riferito all'Europa e affermando che in generale, come già sostenuto in diverse occasioni, la ricerca è sviluppata a beneficio degli utenti e non a beneficio dei siti. Il risultato di queste scelte, nel contesto della giurisprudenza statunitense, è stato riconosciuto come manifestazione della libertà di espressione.

(Source:Web Site Punto Informatico – www.punto-informatico.it   –  Author: Gaia Bottà -  Ownership of the contents: Punto Informatico published by De Andreis Editore S.r.l.).
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