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INFORMATION TECHNOLOGY

Il TAR boccia il decreto sul Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) del Governo.

Lo Spid è un insieme aperto di soggetti pubblici e privati che, previo accreditamento da parte di Agid, gestiscono i servizi di registrazione e di messa a disposizione delle credenziali e degli strumenti di accesso in rete nei riguardi di cittadini e imprese per conto delle pubbliche amministrazioni.

Le identità digitali sono rilasciate, a domanda dell’interessato, dal gestore dell’identità digitale, previa verifica dell’identità del soggetto richiedente e mediante consegna in modalità sicura delle credenziali di accesso.

Con l’istituzione del sistema Spid, le pubbliche amministrazioni devono consentire l’accesso online ai propri servizi solo mediante le carte di autenticazione già previste dalla normativa oppure tramite il sistema Spid.

Il Tar ha accolto le ragioni di Assintel e Assoprovider:  il sistema di applicazione dello Spid avrebbe impedito alle piccole e medie imprese italiane del comparto ICT di far parte del sistema di identificazione dell’identità digitale e sarebbe entrato in contrasto con il Regolamento Europeo in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno.

Il Tar (prima sezione) ha dunque annullato in sede di merito il decreto del Governo ed in particolare l’articolo 10, che stabiliva i requisiti necessari per operare come Identity Provider: tali oneri costituiscono un ostacolo alla concorrenza, violando i principi di parità di trattamento e di non discriminazione in quanto escludono di fatto tutte le realtà medio piccole.

Quindi, per non fermare il tutto, il Governo ora dovrà correggere il decreto. In un comunicato ufficiale comparso sul sito dell’Agenzia per l'Italia Digitale si legge che la sentenza “non rallenta il percorso per l’attuazione di Spid. Il provvedimento del tribunale amministrativo infatti annulla unicamente le prescrizioni relative ai requisiti finanziari richiesti ai privati che intendono candidarsi come identity provider. Agid procederà con la pubblicazione dei regolamenti tecnici che definiscono tempistiche e modalità di attuazione del Sistema Pubblico di Identita’ Digitale entro la fine di luglio, così come concordato con il Ministro per la funzione pubblica“.

Da Agid fanno sapere che un avvio è fissato per novembre e nel frattempo continueranno le sperimentazioni con gli attuali identity provider (Telecom Italia, Poste Italiane, Infocert). In questa fase quindi la sentenza del Tar del Lazio non ha un impatto pratico, dato che riguarda i requisiti per diventare identity provider al momento dell’avvio dello Spid.

Spetterà al Ministero della PA trovare una soluzione, prima che termini la sperimentazione. Una ipotesi è un decreto ad hoc contenente nuovi requisiti di capitale sociale, meno restrittivi di quelli (5 milioni di euro) annullati dal Tar. Oppure, in alternativa, la modifica potrebbe rientrare del decreto legge di riforma del Cad, tutt’ora in corso.


(Fonte: Sito web pionero.it - Titolarità dei contenuti: Maggioli Editore S.p.A.).
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