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TUTELA DEI DATI PERSONALI

Ministero Innovazione: la app di data tracing per il contrasto del COVID-19 sarà a gestione solo pubblica.

Un’app da scaricare sullo smartphone solo se lo si vuole. E in totale garanzia di anonimato. Nessun obbligo dunque e nessuna identificazione dei cittadini. È quanto ha annunciato la ministra dell’Innovazione Paola Pisano in audizione alla Camera.

Si stringe il cerchio sul data tracing all’italiana: “Il lavoro della task force è terminato – ha detto la ministra – e la shortlist delle soluzioni è sul tavolo di Palazzo Chigi che dovrà ora selezionare quella che si potrà usare nella fase di emergenza ma anche – ha annunciato la ministra – in quella della ripresa. “Gli esperti hanno analizzato le applicazioni pervenute producendo due relazioni tecniche, una sulla privacy e una sugli aspetti tecnologici”.

La ministra ha parlato di sette condizioni fondamentali: in primis “la volontarietà della partecipazione”.

È inoltre indispensabile “che il singolo possa confidare nella trasparenza e nella correttezza delle caratteristiche del servizio nonché nell‘assenza del perseguimento di scopi ulteriori e incompatibili con la finalità di prevenzione sanitaria”.

Il sistema di contact tracing va “gestito da uno o più soggetti pubblici” e il codice deve essere aperto “e suscettibile di revisione da qualunque soggetto indipendente voglia studiarlo”.

I dati trattati “ai fini dell’esercizio del sistema vanno resi sufficientemente anonimi da impedire l’identificazione dell’interessato”.

Inoltre “tutti i dati ovunque e in qualunque forma conservati, con l’eccezione di dati aggregati e pienamente anonimi a fini di ricerca o statistici” vanno “cancellati con conseguente garanzia assoluta per tutti i cittadini di ritrovarsi, dinanzi a soggetti pubblici e privati, nella medesima condizione nella quale si trovavano in epoca anteriore all’utilizzo della app di contact tracing”.

La soluzione prescelta va “considerata, almeno in una dimensione prognostica, effettivamente efficace sul piano epidemiologico perché, qualora non lo fosse, diverrebbe difficile giustificare qualsivoglia, pur modesta e eventuale, compressione di diritti e libertà fondamentali equiparabile a quella imposta dalle limitazioni nei movimenti di cittadini in queste settimane. Infine la soluzione deve adottare “misure tecniche ed organizzative che minimizzino i rischi di re-identificazione in ogni fase di vita del sistema”.

(Fonte: Sito web Il Corriere delle Comunicazioni   –  Autore: Mila Fiordalisi -  Titolarità dei contenuti: Corpo 10 Soc. Coop. A R.L.).

 
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