REATI INFORMATICI
Suprema Corte di Cassazione: è diffamazione pubblicare sul web un comunicato che dà notizia dell’apertura di un’inchiesta senza aggiornarla sull’evoluzione favorevole all’indagato.
È diffamazione pubblicare sul web un comunicato che dà notizia dell’apertura di un’inchiesta senza aggiornarla sull’evoluzione favorevole all’indagato: non è infatti sufficiente aver inserito nello stesso sito, ma in un’altra area, l’aggiornamento (favorevole all’indagato, con l’archiviazione del procedimento) della vicenda giudiziaria poichè la notizia del proscioglimento va data nello stesso contesto e con lo stesso risalto attribuito alla notizia originaria. La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27535 del 30 Dicembre 2014, ha confermato la condanna inflitta nei precedenti gradi di merito al Codacons.
L’associazione che difende i diritti dei consumatori, aveva pubblicato nel suo sito web un comunicato con il quale dava conto dell’apertura di indagini per verificare la correttezza del lavoro svolto dal direttore generale dell’Istituto superiore di Sanità e di un suo collaboratore.
La Corte h ritenuto il comunicato corretto solo quando era stato diffuso la prima volta: la notizia dell’apertura dell’inchiesta rispondeva ai requisiti di correttezza, completezza e interesse pubblico. La nota però è diventata diffamatoria dal momento in cui è stata riproposta, due anni dopo, senza integrarla con l’informazione che le inchieste si erano chiuse in favore del direttore generale e del suo collaboratore. Ininfluente che la notizia del proscioglimento dei dirigenti fosse stata data nello stesso sito ma in altra sezione, accessibile dalla stessa pagina web. La correttezza e completezza dell’informazione «avrebbe richiesto che la notizia fosse evidenziata nello stesso contesto o quanto meno alla fine del comunicato».
L’associazione che difende i diritti dei consumatori, aveva pubblicato nel suo sito web un comunicato con il quale dava conto dell’apertura di indagini per verificare la correttezza del lavoro svolto dal direttore generale dell’Istituto superiore di Sanità e di un suo collaboratore.
La Corte h ritenuto il comunicato corretto solo quando era stato diffuso la prima volta: la notizia dell’apertura dell’inchiesta rispondeva ai requisiti di correttezza, completezza e interesse pubblico. La nota però è diventata diffamatoria dal momento in cui è stata riproposta, due anni dopo, senza integrarla con l’informazione che le inchieste si erano chiuse in favore del direttore generale e del suo collaboratore. Ininfluente che la notizia del proscioglimento dei dirigenti fosse stata data nello stesso sito ma in altra sezione, accessibile dalla stessa pagina web. La correttezza e completezza dell’informazione «avrebbe richiesto che la notizia fosse evidenziata nello stesso contesto o quanto meno alla fine del comunicato».