INFORMATION TECHNOLOGY
Corte Europea dei Diritti Umani: competenza giurisdizionale nel caso di diffamazione commessa attraverso un servizio di televisione via satellite.
Nella sentenza emanata nel caso di Arlewin c. Svezia (ricorso n. 22302/10), la Corte europea dei diritti dell'uomo ha ritenuto, all'unanimità, che vi è stata una violazione dell'articolo 6 § 1 (accesso alla giustizia) della Convenzione europea per i diritti umani.
Il caso riguardava la decisione dei giudici svedesi di declinare la propria competenza nei procedimenti per diffamazione derivanti dal contenuto di un servizio di trasmissione televisiva transfrontaliera.
Il programma in questione era stato trasmesso in diretta in Svezia e aveva accusato il sig Arlewin, il richiedente, di criminalità organizzata nei settori media e pubblicitario. I giudici svedesi avevano successivamente declinato la propria competenza ad esaminare la denuncia del sig Arlewin, ritenendo che una società britannica, che aveva prodotto e trasmesso il programma via satellite in Svezia, sarebbe stato il soggetto responsabile per il suo contenuto.
La Corte ha rilevato in particolare che, fatta eccezione per il dettaglio tecnico che la trasmissione era stata instradata attraverso il Regno Unito, il programma e la sua trasmissione sono stati a tutti gli effetti del tutto svedesi. Inoltre, il presunto danno al signor Arlewin si era verificato in Svezia. In tali circostanze, lo Stato svedese avrebbe avuto l'obbligo di cui all'articolo 6 della Convenzione europea per fornire al sig Arlewin un effettivo accesso alla giustizia.
La decisione dei giudici svedesi di ritenere competenti i tribunali del Regno Unito non è stata considerata dalla Corte Europea un'alternativa ragionevole e pratica per il ricorrente. Secondo la Corte, le limitazioni al diritto del Sig. Arlewin di accesso alla giustizia sono state eccessivamente ampie e non proporzionate.
(Fonte: Comunicato Stampa della Corte Europea dei Diritti Umani n. 81/2016 – Autore e Titolarità dei contenuti: Corte Europea dei Diritti Umani).
Il caso riguardava la decisione dei giudici svedesi di declinare la propria competenza nei procedimenti per diffamazione derivanti dal contenuto di un servizio di trasmissione televisiva transfrontaliera.
Il programma in questione era stato trasmesso in diretta in Svezia e aveva accusato il sig Arlewin, il richiedente, di criminalità organizzata nei settori media e pubblicitario. I giudici svedesi avevano successivamente declinato la propria competenza ad esaminare la denuncia del sig Arlewin, ritenendo che una società britannica, che aveva prodotto e trasmesso il programma via satellite in Svezia, sarebbe stato il soggetto responsabile per il suo contenuto.
La Corte ha rilevato in particolare che, fatta eccezione per il dettaglio tecnico che la trasmissione era stata instradata attraverso il Regno Unito, il programma e la sua trasmissione sono stati a tutti gli effetti del tutto svedesi. Inoltre, il presunto danno al signor Arlewin si era verificato in Svezia. In tali circostanze, lo Stato svedese avrebbe avuto l'obbligo di cui all'articolo 6 della Convenzione europea per fornire al sig Arlewin un effettivo accesso alla giustizia.
La decisione dei giudici svedesi di ritenere competenti i tribunali del Regno Unito non è stata considerata dalla Corte Europea un'alternativa ragionevole e pratica per il ricorrente. Secondo la Corte, le limitazioni al diritto del Sig. Arlewin di accesso alla giustizia sono state eccessivamente ampie e non proporzionate.
(Fonte: Comunicato Stampa della Corte Europea dei Diritti Umani n. 81/2016 – Autore e Titolarità dei contenuti: Corte Europea dei Diritti Umani).
