TUTELA DEI DATI PERSONALI
Governo: decreto istitutivo della Banca Dati nazionale del DNA.
Il governo italiano ha approvato l'istituzione della Banca dati nazionale del DNA, un provvedimento che si richiama a un trattato stipulato più di dieci anni fa. La Banca dati dovrebbe servire al contrasto alla criminalità e al terrorismo, mentre sul fronte della protezione della riservatezza c'è una sentenza europea a fare da paletto.
Istituita presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno, la nuova banca dati biometrica si accompagnerà a un "Laboratorio centrale" gestito dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria dipendente dal Ministero della Giustizia.
La banca dati del DNA avrà il compito di "facilitare le attività di identificazione delle persone scomparse, mediante acquisizione di elementi informativi della persona scomparsa allo scopo di ottenere il profilo del DNA e di effettuare i conseguenti confronti."
(Fonte: Sito web Punto Informatico – www.punto-informatico.it – Autore: Alfonso Maruccia - Titolarità dei contenuti: Testata editoriale Punto Informatico edita da De Andreis Editore S.r.l. a socio unico, Gruppo Edizioni Master S.p.A.).
In sostanza le autorità raccoglieranno campioni genetici di sospetti, criminali e persone scomparse allo scopo di risolvere casi giudiziari o di contrastare il terrorismo, una pratica già adottata da anni da parte delle forze di polizia impegnate nei casi di cronaca nera più spinosi.
Il decreto del governo descrive le modalità di prelievo e trattamento dei campioni, e prevede che questi vengano eliminati nei casi opportuni come nel ritrovamento di una persona scomparsa, nel proscioglimento di un sospetto per non aver commesso il fatto e altro ancora.
Il decreto attua gli impegni presi nel 2009 con il Trattato di Prum. Anche il Garante per la protezione dei dati personali ha da tempo approvato "con osservazioni".
Contro i possibili abusi della nuova banca del DNA dovrebbe bastare la sentenza del 2008 della Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo contro la profilazione immotivata.
Istituita presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno, la nuova banca dati biometrica si accompagnerà a un "Laboratorio centrale" gestito dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria dipendente dal Ministero della Giustizia.
La banca dati del DNA avrà il compito di "facilitare le attività di identificazione delle persone scomparse, mediante acquisizione di elementi informativi della persona scomparsa allo scopo di ottenere il profilo del DNA e di effettuare i conseguenti confronti."
(Fonte: Sito web Punto Informatico – www.punto-informatico.it – Autore: Alfonso Maruccia - Titolarità dei contenuti: Testata editoriale Punto Informatico edita da De Andreis Editore S.r.l. a socio unico, Gruppo Edizioni Master S.p.A.).
In sostanza le autorità raccoglieranno campioni genetici di sospetti, criminali e persone scomparse allo scopo di risolvere casi giudiziari o di contrastare il terrorismo, una pratica già adottata da anni da parte delle forze di polizia impegnate nei casi di cronaca nera più spinosi.
Il decreto del governo descrive le modalità di prelievo e trattamento dei campioni, e prevede che questi vengano eliminati nei casi opportuni come nel ritrovamento di una persona scomparsa, nel proscioglimento di un sospetto per non aver commesso il fatto e altro ancora.
Il decreto attua gli impegni presi nel 2009 con il Trattato di Prum. Anche il Garante per la protezione dei dati personali ha da tempo approvato "con osservazioni".
Contro i possibili abusi della nuova banca del DNA dovrebbe bastare la sentenza del 2008 della Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo contro la profilazione immotivata.