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COMUNICAZIONI ELETTRONICHE

Ministero Sviluppo Economico: per le telecamere installate dal Comune occorre presentare la SCIA.


Le telecamere di videosorveglianza sono sostanzialmente fuorilegge, se sono del Comune: in
questo caso, vanno trattate come impianti privati e quindi necessitano di un’autorizzazione, che in
molti casi manca. Lo stesso vale per altri impianti di trasmissione, tra cui quelli per le radio di
servizio dei vigili urbani. Lo afferma chiaramente la Prefettura di Pordenone, nella nota n. 6104,
emanata il 6 marzo dopo una segnalazione del ministero dello Sviluppo economico. E quella della
provincia friulana è una realtà in linea col resto del territorio nazionale, anche perché non risulta
che finora qualcuno avesse segnalato la questione in maniera così evidente.

Che il problema scoppi adesso è un paradosso: il nuovo decreto legge sulla sicurezza urbana (Dl
14/2017) ha l’intento di rafforzare le attività del Comuni, anche se non ha rimosso ostacoli che da
anni le rendono difficili (come l’accesso delle polizie locali alla banca dati Sdi di quelle nazionali e la
mancata equiparazione del trattamento dei vigili a quello degli altri agenti, in caso di infortuni in
servizio). La segnalazione del ministero è datata 16 febbraio, mentre il decreto del 20 ed è entrato
in vigore il giorno dopo.

Inoltre, nella maggior parte dei casi, sono proprio le telecamere dei Comuni a coprire la maggior
parte del territorio. Tanto che i corpi di polizia nazionali se ne avvalgono sistematicamente nelle
loro indagini.

Le istruzioni del ministero dello Sviluppo economico

Tecnicamente, il ministero dello Sviluppo economico ha ricordato che «l’attività di installazione ed
esercizio di reti o servizi di comunicazione elettronica ad uso privato...sono soggetti ad
un’autorizzazione generale che si consegue con le modalità prescritte dall’articolo 99, comma 4, e
dall’articolo 107 del Codice delle comunicazioni elettroniche». Quindi, tra le altre cose, occorre
presentare all’ufficio competente del ministero una dichiarazione, a titolo di Scia (segnalazione
certificata di inizio attività). L’interessato è abilitato iniziare l’installazione o l’esercizio degli
impianti solo dopo che la dichiarazione è stata presentata.

Le indicazioni della Prefettura di Pordenone

La circolare della Prefettura di Pordenone afferma esplicitamente che queste regole valgono
anche per i Comuni, perché le loro reti di comunicazione elettronica sono da considerarsi ad uso
privato. Anche se esse sono «a supporto delle proprie attività istituzionali e/o lavorative».
La Prefettura cita anche alcuni esempi di tali impianti pubblici equiparati a quelli ad uso privato:
«le reti per la trasmissione di immagini a circuito chiuso (videosorveglianza del traffico veicolare) o
per la trasmissione di dati o fonia tra differenti uffici o sedi».

La nota non fa alcun cenno agli apparecchi di rilevazione delle infrazioni stradali (come i misuratori
di velocità o i documentatori di passaggi con semaforo rosso o in zone a traffico limitato). Per
prassi essi vengono considerati a sé, perché sono omologati secondo le procedure prescritte dal
Codice della strada.

Fonte: Il Sole 24 Ore del 09/03/2017
Autore: Maurizio Caprino
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